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Na strende m'agghje 'ndise atturne o core / de fueche. Na u fa cchjù, ca pozze more. Da “Nu viecchju diarie d'amore” di Pietro Gatti

sabato 24 febbraio 2018

Buon compleanno

Buon compleanno 
a Rita Santoro Mastantuono



Solo la luna bianca 

Irrompe la solitudine
nel fragore della notte
Ed il silenzio cristallizzato
tra pareti senza voci
avaro persino di memorie
srotola paure
di vivere e morire
In altalene oscillanti
tra bave di nebbia
solo la luna bianca
ti regala un sorriso


Bimbi e guerre 

Dove ancora spigolano fiabe 
in albe tutte da modellare 
ed a goccia a goccia 
succhiano le labbra 
la gioia d'immettersi in circuiti vitali 
beffarda ad ogni attesa 
per mani che non conoscono 
levata di scudi 
di quali bende nere 
offuscherà la vista 
la turbinosa caligine della Notte!... 
Ed a brandelli il cuore 
sotto cieli a brandelli 
nel calpestio di solchi 
che trasudano sangue. 
Nè canta speranza 
la fuga sulla montagna gelata 
se da cunicoli d'ombra 
mimetizzati fantasmi 
sono pronti ad aggredire 
nella notte che urla di mostri. 
E la stanchezza emerge 
di mordere radici come pane 
pur nel labile sogno 
che sia il tuono che accompagna la pioggia 
quello che laggiù rumoreggia 
e sempre più si avvicina. 
Vaghezza che finisca all'indomani 
il gioco perverso dell'uomo cattivo 
per tornare ad appendere altalene 
ai rami spezzati 
e riempire di conchigliate d'acqua 
le buche scavate nella terra. 
Colori d'infanzia 
tra veglie e paure 
nel tornado 
che ad un filo sottile sospende 
il sorriso di un fiore 
pur nel timore 
di potersi immergere all'istante 
in un sonno senza sponde 
nella pozza vermiglia che slarga 
ai margini della strada 
magari vedendo in isola di cielo 
ali di carta 
che solcano il sereno 

Rita Santoro Mastantuono, Per cieli d'albe, portofranco,1997


martedì 16 novembre 2010

Quando disertano le stelle

Avere tra le mani un libro di poesie mi provoca una sensazione particolare di levità e contemporaneamente di pesantezza dovute l’una alla esiguità delle pagine l’altra alla caratteristica propria della poesia che condensa in poco spazio molti significati con sfumature più o meno percepibili a seconda della propria sensibilità. 
Da qualche giorno sto leggendo lentamente, per il piacere di vivere il momento della lettura in tutta la sua pienezza e per apprezzarne il più intimo significato, l’ultima silloge di Rita Santoro Mastantuono “Quando disertano le stelle”. Se vogliamo usare un linguaggio contemporaneo, “faceboocchiano”, sono molti i “Mi piace” che cliccherei sotto ogni lirica e, pertanto, vorrei condividerne una con voi.
Mimmo C.A. Barletta


BORGO ANTICO

Epifanie lunari
intarsianti lampioni dalla fioca luce
arroccato silenzio
piove sul sonno delle alcove
sui muri sgretolati
sulle piazzole deserte
ed incantata l’attesa
di porte dai cardini arrugginiti
spalancate al vento.
E quando le stelle
si affacciano ai balconi della notte
chiedono un sorriso
scambi di parole
e di antiche ombre disfatte
si animano le viuzze
e d’un riso
profumato di zenzero e basilico
traboccano le finestruole
e gli archi
spalancano le braccia
alla campagna che freme
in lontananza nel coro degli ulivi.
E già s’affaccia il giorno
un fumido passo d’alba
nel crocevia delle nuvole
e palpiti si addensano
a raggio che si sfalda nei crocicchi
mentre alla pietra
pirla il fuso
ed in filo traduce
il pennecchio dei giorni andati
arrotolati alla rocca della memoria. 


Rita Santoro Mastantuono, Quando disertano le stelle, Antonio Dellisanti Editore, 2010.